Dolore cronico e invalidità civile
Dolore cronico e invalidità civile
Gli aspetti medico-legali della valutazione del dolore come malattia saranno uno dei temi di approfondimento al 38° Congresso nazionale Associazione Italiana per lo Studio del Dolore 2015.
In ambito medico-legale esistono delle difficoltà nella valutazione del dolore come malattia, quando non si abbiano evidenze tangibili e concrete, al contrario di quanto avviene nelle altre condizioni di malattia con diagnosi e stadiazione confermate da indagini di laboratorio e strumentali, che ne permettono una sostanziale valutazione oggettiva. Per fare un esempio concreto del problema, le attuali tabelle di invalidità civile prevedono un valore assegnato all'artrite pari al 50%, ma nel contempo non inquadrano per nulla la fibromialgia o il dolore da sensibilizzazione centrale.
La difficoltà di inquadramento tabellare del dolore è un fatto che ancora persiste in Italia, nonostante recenti disposizioni legislative come la legge 38/2010 abbiano previsto atti migliorativi.
«Un dolore di origine oncologica è in un certo senso "giustificato" dal danno anatomico provocato dalla malattia e dunque più facilmente valutabile (con il "rischio", però, di valutare la malattia-cancro e non direttamente la malattia-dolore)» – spiega il prof. Stefano Coaccioli, vicepresidente dell'Associazione Italiana per lo Studio del Dolore (AISD) e Direttore della Clinica Medica Generale e Terapia Medica dell'Ospedale di Terni - «al contrario, un'artrite reumatoide all'esordio clinico, una condizione emicranica, un dolore neuropatico, che pure provocano significative alterazioni dell'autonomia e della sfera affettiva-emozionale, sono difficilmente "quantificabili" sul piano medico-legale. Gli strumenti di valutazione del dolore nella pratica clinica sono rappresentati da test proposti al paziente dal sanitario, o dall'infermiere, e in questo contesto il paziente non è portato ad amplificare la valutazione del dolore. In ambito medico-legale tutto ciò spesso non si verifica per l'interesse risarcitorio di colui che presenta l'istanza, nel tentativo di aumentare l'intensità del dolore, come per rendere più facile il riconoscimento dell'invalidità o dell'inabilità o di un altro beneficio previsto dalle leggi vigenti. Per questo è importante l'analisi dello scenario italiano che presenteremo in una sessione del 38° Congresso AISD a Bari. Dalla discussione con i colleghi vorremmo far emergere una serie di proposte e di atti migliorativi, per realizzare un percorso di valutazione del dolore in ambito medico-legale.»
26 maggio 2015
Video intervista al Dottor Marco Massari, dirigente INPS, Bari, clicca qui
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