Assegnati due premi Fondazione Procacci al Concorso"AISD per i giovani"

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Assegnati i due premi Fondazione Procacci al Concorso"AISD per i giovani"

Anche per l'edizione 2015 del Congresso Nazionale dell'Associazione Italiana per lo Studio del dolore sono stati messi a disposizione dalla Fondazione Procacci due premi di € 2.500,00 ciascuno a favore dei due migliori lavori scientifici, pubblicati nel 2014, su argomenti di ricerca clinica e di base nell'ambito della medicina del dolore. 

 

Sono stati premiati due giovani neurologi: la dottoressa Silvia La Cesa (Dipartimento di Neurologia e Psichiatria, Università Sapienza di Roma) per la pubblicazione dell'articolo: "fMRI pain activation in the periaqueductal gray in healthy volunteers during the cold pressor test", l'articolo è apparso sulla rivista Magnetic Resonance Imaging,  e il dottor Simone Vigneri (Santa Maria Maddalena e Advanced Algology Research, Occhiobello, Rovigo, e Dipartimento di Biomedicina Sperimentale e Neuroscienze Cliniche,BioNeC, Università di Palermo) per l'articolo "Effectiveness of pulsed radiofrequency with multifunctional epidural electrode in chronic lumbosacral radicular pain with neuropathic features, pubblicato sulla rivista Pain Physician. 

Il concorso era riservato a giovani laureati in medicina e chirurgia, scienze infermieristiche, biotecnologie magistrali, biologia magistrale, farmacia, CTF, con età non superiore ai 35 anni. Gli articoli dovevano essere stati pubblicati su riviste internazionali, in lingua inglese, con impact factor e indicizzate su PubMed. I candidati dovevano figurare come primo o ultimo autore, o come secondo autore, soltanto nel caso in cui fosse indicato nell'articolo l'eguale contributo rispetto al primo autore.

 

Il lavoro pubblicato dalla dottoressa La Cesa e colleghi (rif. bibliografico: La Cesa S, Tinelli E, Toschi N, Di Stefano G, Collorone S, Aceti A, Francia A, Cruccu G, Truini A, Caramia F. Magn Reson Imaging. 2014 Apr;32(3):236-40)  presenta uno studio di risonanza magnetica funzionale condotto su soggetti sani per ottenere maggiori informazioni sul sistema di modulazione discendente del dolore e in particolare sulla sua struttura cardine, la sostanza grigia periacqueduttale (PAG).
L'obiettivo dello studio era di ottenere l'attivazione del PAG e conoscere il rapporto tra il dolore percepito dal soggetto e l'attivazione stessa. Durante l'acquisizione di risonanza magnetica funzionale i soggetti sono stati sottoposti a un modello di dolore di tipo tonico attraverso il cold pressor test (CPT), che si è rivelato uno strumento adatto ad attivare il PAG. Inoltre, analizzando il rapporto tra il dolore percepito dal soggetto e l'attività del PAG è emersa una correlazione inversamente proporzionale: più il PAG si attivava minore era il percepito soggettivo, meno il PAG si attivava più aumentava la percezione dolorosa. Questo risultato evidenzia in modo significativo come il PAG sia una struttura che gioca un ruolo cardine nell'inibizione dell'input nocicettivo afferente.
I risultati di questo studio per la prima volta mostrano come il CPT sia uno strumento valido per attivare il PAG e le strutture ad essa connesse sottolineando inoltre la correlazione tra la sua attivazione e l'intensità del dolore. Tali dati pongono le basi per futuri studi volti ad indagare possibili disfunzioni del sistema di modulazione discendente in quelle sindromi dolorose i cui meccanismi patogenetici non sono ancora stati chiariti.
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Lo studio del dottor Vigneri e colleghi (rif. bibliografico: Vigneri S, Sindaco G, Gallo G, Zanella M, Paci V, La Grua M, Ravaioli L, Pari G. Pain Physician. 2014 Nov-Dec;17(6):477-86) presenta i risultati di un'idea di ricerca nata già nel 2011, per valutare gli effetti della radiofrequenza pulsata (PRF) nel dolore lombo-sacrale. Il dolore radicolare lombo-sacrale colpisce fino al 25% della popolazione generale, una percentuale probabilmente destinata a crescere in virtù dell'aumento dell'aspettativa di vita. Oggi le indicazioni al trattamento chirurgico delle patologie responsabili del dolore radicolare lombo-sacrale si sono ridotte preferendosi piuttosto, in assenza di deficit motori, terapie interventistiche minimamente invasive. La radiofrequenza pulsata (PRF) ha sostituito la radiofrequenza continua in virtù del suo maggiore profilo di sicurezza.
La domanda posta dallo studio era: che effetto/percentuale di successo terapeutico potremmo ottenere in pazienti con dolore radicolare lombo-sacrale cronico con caratteristiche neuropatiche?
Lo studio è stato condotto su 34 soggetti adulti affetti da dolore lombo-sacrale irradiato a un arto presente da > 6 mesi, in assenza di deficit motori e non responsivi a farmaci, fisioterapia o terapia infiltrativa. La metà dei pazienti ha ottenuto un pain relief significativo fino a 6 mesi dal trattamento. Sebbene il 30% di riduzione del dolore possa apparire un risultato trascurabile bisogna considerare che è stato ottenuto in pazienti con dolore neuropatico.
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