11° Congresso SIARED
11° Congresso SIARED
C'eravamo anche noi e.....
...e abbiamo ancora una volta potuto apprezzare l'interesse al problema dolore di SIARED, la società scientifica del sindacato AAROIEMAC (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani, Emergenza ed Area Critica).
Il Congresso si è svolto a Riva del Garda dall'11 al 13 maggio. La sessione dolore è stata ricca di contenuti e, soprattutto di partecipanti. Essi sono gli unici specialisti, peraltro, ad occuparsi sia del dolore sintomo (acuto postoperatorio e in emergenza), che del dolore malattia (cronico, da cancro e non da cancro), oltre che delle cure palliative. Questo è stato il razionale della sessione, che ha spaziato, pertanto, dal dolore acuto al dolore cronico e alle tecniche invasive. Presenti in qualità di relatori il Prof. Giustino Varrassi, il Prof. Maurizio Evangelista, il Prof. Franco Marinangeli, a dimostrazione della vicinanza dell'Associazione Italiana per lo Studio del Dolore e della Fondazione Paolo Procacci all'associazione SIARED.
Il quadro europeo
Come ha spiegato il Prof. Giustino Varrassi a livello europeo sono in atto iniziative importanti per supportare un cambiamento di attenzione nei confronti del dolore, sia da parte di importanti Associazioni scientifiche come l'EFIC (European Federation of IASP Chapter), sia con la nascita di associazioni di pazienti e organizzazioni professionali come l'EULAP (European League Against Pain).
Dolore acuto postoperatorio
L'intervento del Prof. Maurizio Evangelista ha sottolineato come la corretta gestione del dolore acuto sia fondamentale per evitare il rischio che esso diventi cronico. Il dolore post-operatorio rappresenta il paradigma del dolore acuto, il suo trattamento è stato oggetto, nell'ultimo decennio, di molti approfondimenti. Notevoli sono infatti i progressi ottenuti sia dallo studio della patogenesi del dolore, con conseguente identificazione di nuovi "bersagli" per le terapie, farmacologiche e non, sia dall'individuazione di tecniche e condotte anestesiologiche sempre più evolute e mirate. Sebbene qualcosa sia cambiato negli ultimi anni, ancora in troppi ospedali il dolore acuto non viene valutato, e quindi trattato adeguatamente. Stessa cosa accade nell'emergenza territoriale e nei Pronto Soccorso. Il problema oggi non è legato quindi alla disponibilità di tecniche o farmaci, quanto alla scarsa cultura e alla mancanza di adeguate risorse.
Dal punto di vista della ricerca e innovazione, alcuni aspetti "nodali" da tenere in considerazione sono:
- lo studio del polimorfismo genetico come parziale spiegazione delle differenti risposte ai farmaci analgesici, seppure per interventi uguali.
- lo sviluppo della cosiddetta analgesia "preventiva" - attuata prima e dopo la chirurgia ed all'interno di una analgesia multimodale - capace di modificare, positivamente, il decorso perioperatorio riducendo il rischio di cronicizzazione del dolore post chirurgico.
- l'utilizzo, oltre che di oppiacei e antinfiammatori, indispensabili strumenti di gestione del dolore acuto, anche di molecole "alternative" capaci di interferire con meccanismi causa di cronicizzazione del dolore.
Corretta gestione dei pazienti affetti da dipendenza o in terapia con oppiacei
E' un tema di interesse comune agli Algologi e agli Anestesisti. La problematica dei pazienti affetti da dipendenza da alcool o stupefacenti, così come quelli in terapia con oppioidi per dolore cronico (popolazione crescente dopo la promulgazione della legge 38/2010) da sottoporre ad anestesia è una tematica importantissima, stante il fatto che anche in questo caso vi è un incremento notevole di questa fetta di popolazione. Le interazioni tra sostanze stupefacenti, alcool e anestetici possono essere pericolose, ma il problema è che spesso i pazienti non comunicano tali dipendenze, e l'anestesista si trova ad affrontare problemi cardio-respiratori perioperatori inspiegabili e di difficile gestione. Mentre in taluni casi il sospetto di dipendenza è possibile, stante la facies del paziente, in altri casi, specie nel caso di dipendenza da cocaina, ci si trova di fronte a insospettabili. Le statistiche ci dicono che in Italia circa il 5% della popolazione ha avuto contatti con la cocaina, e il dato tende a salire, cosi come negli altri Paesi europei. C'è da lavorare molto su questo tema, specialmente sulla problematica educazionale e sui rapporti tra Anestesisti Rianimatori e Medici dei SERT, impegnati in prima linea su questo difficile fronte. Ovviamente molto più semplice la gestione del paziente in terapia con gli oppioidi per il dolore cronico. In questo caso, vi è da parte degli Anestesisti l'esigenza di acquisire maggiore competenza con i farmaci oppioidi forti per uso cronico, molto diversi nelle formulazioni rispetto a quelli utilizzati in anestesia.
Tecniche invasive e nuove tecniche
Secondo il Dott. Arturo Cuomo, la specificità dell'Anestesista Rianimatore, oltre ad essere quella di una conoscenza approfondita della farmacologia clinica degli analgesici, stante l'uso giornaliero di analgesici molto potenti in ambito anestesiologico, è quella di avere le capacità di gestione di tecniche invasive, come il posizionamento di cateteri spinali, pompe infusionali, elettrostimolatori midollari, cosi come di avere manualità con l'uso di tecniche diagnostico/terapeutiche come l'epiduroscopia (valutazione visiva, sotto guida endoscopica, dello spazio peridurale, con terapia mirata nel punto di infiammazione dei fasci nervosi). Questa manualità, acquisita negli anni con la gestione delle tecniche anestesiologiche di blocco perineurale, è senza dubbio un valore aggiunto della professione dell'Anestesista Rianimatore. Certamente, risulta necessario, anche qui, lavorare sull'individuazione precisa delle indicazioni alle tecniche diagnostico-terapeutiche invasive, peraltro non poco costose. E' indiscutibile però che, in casi selezionati, esse rappresentano un'alternativa importante a terapie farmacologiche gravate da effetti collaterali o a interventi chirurgici spesso non risolutivi o non indicati.
La sessione dolore del congresso SIARED di Riva del Garda ha rappresentato un momento importante e molto partecipato di riflessione e discussione sulla gran parte degli aspetti relativi al difficile tema del dolore. Tema su cui la voce dell'Anestesista Rianimatore ha certamente una parte importantissima. Indiscutibilmente c'è ancora molto da fare, ma da parte di questi Professionisti anche un grande interesse, una grande volontà di miglioramento e una forte dedizione, per il bene dei malati.
Franco Marinangeli
Direttore Scuola di specializzazione in Anestesia e Rianimazione, Università dell'Aquila
14 maggio 2015