Il congresso della European Pain Federation

Il congresso della European Pain Federation

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Sembrano trascorse solo poche ore dalla cerimonia inaugurale del 9th Congress of the European Pain Federation EFIC® (Vienna, 2-5 settembre 2015) e, ahimè, è già finito. Questa sensazione, da sola, testimonia l'intensa attività svolta negli ultimi tre giorni. Per comprensibili motivi, vivo sempre il congresso EFIC con una speciale emozione, ...

... ma questo congresso era già "speciale" per me, prima ancora che iniziasse: per la prima volta, dopo 21 anni di presenza nell'Executive Board dell'EFIC, ero uscito completamente dal management EFIC.
Per chi non lo sapesse, l'EFIC è la Federazione Europea delle Associazioni per lo Studio del Dolore (International Association for the Study of Pain, IASP). Fu fondata nell'agosto del 1993, per iniziativa dell'allora Past-President IASP, Ulf Lindblom. Ebbe come primi membri dell'Executive Board lo stesso Lindblom, come Presidente, Andrew Diamonds come Vice-President, e me come Honorary Secretary.

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Prima riunione del Consiglio Direttivo EFIC a Parigi, agosto1993 (da sinistra: Andrew Diamonds, Ulf Lindblom, Giustino Varrassi).


Da allora ho sempre seguito con passione e impegno la crescita dell'EFIC, sia come membro del direttivo che come presidente dei Comitati organizzativi locali in due edizioni del congresso: a Verona (1995, primo congresso EFIC, da me completamente organizzato in poco più di sei mesi, che registrò 1400 partecipanti) e a Firenze (2013, con 4200 iscritti certificati). Ma questi sono ricordi personali e non è certo di questo che voglio parlarvi, il Congresso EFIC di Vienna è ormai concluso, e quindi è tempo di una prima valutazione "a caldo".

L'opening ceremony è stata molto interessante, in un'aula in cui erano presenti quasi 1000 partecipanti. Il Presidente EFIC, Dott. C. Wells, ha presentato i vari oratori e i tre gruppi di premi assegnati. Il presidente del Comitato organizzativo locale, Prof. HG Kress, ha essenzialmente presentato le glorie di una città splendida come Vienna, ricca di fasti del passato, offerte al pubblico di scienziati presenti per l'occasione. Ha poi a lungo discettato sulla produzione dei vini nelle valli del Danubio, suggerendo a tutti una visita di quei luoghi. Il responsabile del programma scientifico, Prof. C. Eccleston, ha esposto le varie evoluzioni che hanno portato alla produzione di un programma davvero intenso e ricco di spunti. Di enorme interesse, soprattutto per chi (come me) è sensibile a un sano "orgoglio nazionale", è risultata la consegna dei premi ai giovani scienziati. Il Greppi Award è stato consegnato da un italiano. Il premio IBSA è stato consegnato da un'italiana. E, ultimo ma non ultimo, i premi EGG sono stati consegnati da un altro italiano, Alberto Grua, Vice Presidente di Grünenthal. E preciso che tre dei vincitori erano italiani, a conferma del grande impegno che l'Italia ha sempre mostrato e mostra nella medicina del dolore, già a partire dalla ricerca.
La presenza di un'orchestra ha fatto poi da cornice musicale alla cerimonia, rallegrando e coinvolgendo i presenti.

Il welcome party, organizzato subito dopo nell'area espositiva, ha consentito ai partecipanti di incontrare colleghi e amici di tanti anni e fare nuove amicizie. Il primo colpo d'occhio dell'area espositiva è stato un po' sorprendente, in realtà. Era di tutta evidenza che una delle aziende maggiormente rappresentative nel mondo del dolore, la Grünenthal, occupasse da sola oltre il 50% della superficie espositiva, con un grandioso e attraente stand, ma anche con innumerevoli ulteriori piccoli stand dedicati alle loro sempre interessantissime iniziative: EGG, EFIC- Grünenthal Grant, ecc. Il resto dell'area, un po' decentrato, era occupato dalle altre otto aziende che hanno partecipato al congresso e da alcuni stand dedicati a comunicazioni istituzionali. Purtroppo, nonostante fervessero ancora intensamente gli scambi di idee e informazioni, gli input per l'organizzazione di sessioni scientifiche o di progetti di ricerca e qualche ricordo del passato, con puntualità teutonica alle 19.30 si sono progressivamente ma implacabilmente spente le luci.

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Corridoio di entrata nelle varie aule e lista delle Aziende partecipanti 
al 9° Congresso della European Pain Federation EFIC. 

I due giorni e mezzo successivi hanno visto lo svolgimento di un programma scientifico di grande interesse e modernità, con il contributo delle migliori menti oggi presenti nelle scienze di base e nella ricerca clinica, nel mondo del dolore. I giovani, molto attivi, hanno dimostrato di essere all'altezza della situazione e di rappresentare il giusto anello di congiunzione fra i pionieri (la mia generazione e quella immediatamente prima) e il futuro della medicina del dolore, a tutto vantaggio degli innumerevoli malati che di dolore soffrono.

Nel corso dei due giorni centrali ho incontrato davvero moltissimi amici di sempre e pionieri veri della medicina del dolore. Fra gli altri, ho avuto un lunghissimo scambio di idee con il Prof. Manfred Zimmermann, secondo Presidente di EFIC e socio fondatore di IASP prima e di EFIC poi. Con lui abbiamo ricordato quell'ormai lontano giorno dell'agosto 1993 quando, su inziativa di Ulf Lindblom, ci riunimmo in una sala riunioni del Centro Congressi di Parigi per fondare l'EFIC. Manfred, con la sua ineguagliabile arguzia, notava che nel suo badge c'era la dizione "Faculty" quando non aveva alcuna presentazione nell'ambito del programma scientifico. Oltre a ciò, acutamente mi faceva notare che il programma scientifico ufficiale aveva ignorato la maggior parte dei Past-President. Commentava, infine, che una società scientifica che ignora i Past President nel programma scientifico ufficiale si espone alla facile critica di aver avuto un passato scarsamente scientifico. Condivido parzialmente questa osservazione, che certo è meritevole di una attenta riflessione.

Nella mia opinione personale il programma scientifico era di ottimo livello. Lascio però ad altri più accreditati, e che erano presenti in sede, la possibilità di commentare su questo. Io mi limito alla superficiale osservazione che, nonostante la qualità scientifica e la bellissima città in cui il congresso si è svolto, per la prima volta nella storia dell'EFIC si è assistito ad una drastica riduzione delle iscrizioni che, pur non potendo contare sul supporto dei numeri ufficiali, dubito molto siano andate oltre le 2.500. Sta di fatto che molte delle sessioni scientifiche ufficiali del congresso erano molto scarsamente frequentate e che l'area espositiva, se si escludono i momenti del coffee break, era quasi deserta, con grande disappunto degli espositori (vedansi alcune immagini scattate durante le ore di sessioni scientifiche).

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Alla chiusura del Congresso, e dopo aver condiviso ulteriori momenti piacevoli con gli ultimi amici ancora presenti a Vienna, si parte per una nuova meta: l'International Pain Course di Portschach am Worther See, nel sud-est dell'Austria, organizzato ormai da anni dagli amici Rudolf Likar e Reinhard Sittl, e da me fortemente voluto negli anni in cui ero presente nell'Executive Board dell'EFIC. Ma di questo avrò modo di parlarvi nei prossimi giorni.

Giustino Varrassi
6 settembre 2015

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