Rischio clinico: manuale anti-errori della SIFO

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Rischio clinico: manuale anti-errori della SIFO

Presentato al XXXVI Congresso nazionale dei farmacisti ospedalieri (Catania, 22-25 ottobre 2015) un manuale per prevenire i possibili errori di terapia e per dare ai farmacisti ospedalieri le regole d'oro per gestire nel modo corretto i farmaci ad alto rischio.

L'Area rischio clinico della SIFO, la Società Italiana di Farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie, ha realizzato questo manuale, distribuito in anteprima al congresso e in futuro pubblicato anche sul sito SIFO. Capita spesso che i farmacisti ospedalieri, oltre che con calligrafie illeggibili, si trovino a fare i conti con acronimi e abbreviazioni latine di dubbia interpretazione e devono districarsi tra simboli e sigle presenti nelle prescrizioni.
Di errori ne esistono di ogni tipo, da quelli di dosaggio a quelli di miscelazione, da quelli di prescrizione non appropriata a quelli di interpretazione, fino all'errore di somministrazione. Il manuale li affronta tutti, proponendo comportamenti e strategie che aiutino a prevenirli. Il testo, un'ottantina di pagine, si compone di due parti: nella prima si affrontano i principali rischi legati ai farmaci ad alto rischio (in tutte le fasi, dalla preparazione alla distribuzione alla somministrazione), mentre nella seconda parte del volume si tratta la questione di acronimi e sigle, una 'giungla' che ancora troppo spesso costella le prescrizioni dei medici e può indurre in errore. Secondo alcuni studi, proprio dall'utilizzo di queste abbreviazioni dipende un'importante percentuale di errori, nonostante siano state vietate a livello internazionale dalla JCI, Joint Commission International, da oltre dieci anni.
Il problema degli acronimi, già preso in considerazione negli anni dal ministero della Salute, finora non era stato però affrontato in modo così specifico e mirato. E il lavoro di SIFO non è passato inosservato: arriverà presto, infatti, una raccomandazione del ministero della Salute (la numero 18) proprio sul tema degli acronimi. Sarà elaborata dagli esperti del ministero in collaborazione con SIFO e con le Regioni. Sul tema degli errori esistono già le raccomandazioni numero 7, 12 e la 14, oltre alle linee di indirizzo diffuse dal ministero, che ha inserito la problematica anche tra le verifiche LEA.
Ma cosa sono questi acronimi? Si va da QD (quam die, cioè una volta al giorno) a BID (due volte al giorno), da TID (tre volte al giorno) a QID (quattro volte al giorno). Di sigle, poi, ne esistono molte altre, così come esistono molte altre diciture che possono risultare poco comprensibili o generare errori. Abusare della 'U' per indicare 'unità', ad esempio, può portare a fraintendimenti gravi, perché '6U' può facilmente 'diventare' 60.
Per quanto riguarda invece i farmaci ad alto rischio, nel manuale SIFO c'è l'elenco dei principali medicinali così catalogati, i rischi presenti in letteratura e un focus sulle principali categorie di pazienti (pediatrici, geriatrici, oncologici o diabetici) nei confronti dei quali più spesso si verificano gli "eventi avversi". Tra i consigli di SIFO c'è quello di standardizzare e semplificare il processo di gestione del farmaco nelle aree a maggior rischio, produrre e condividere una lista dei farmaci FAR e monitorarne l'uso; monitorare la risposta dei pazienti a tali farmaci e prevedere sistemi di doppio controllo, oltre che lavorare alla formazione continua del personale.
«Il problema degli errori in terapia è di eccezionale rilevanza da un punto di vista clinico ed economico. Molta strada è stata fatta nella prevenzione, soprattutto nei paesi anglosassoni, ma molta strada rimane da fare in Italia, dove, a parte alcune situazioni sporadiche, i sistemi di prescrizione e distribuzione sono assolutamente inadeguati ed è necessario che tutte le parti in causa (direzioni aziendali, medici, farmacisti, infermieri e tecnici) si confrontino per costruire insieme un nuovo modello compatibile con le realtà locali e nazionali» – ha commentato Piera Polidori, direttore scientifico SIFO –. «L'auspicio è che tutte le realtà ospedaliere possano, in tempi ragionevolmente brevi, predisporre una propria procedura per la corretta gestione dei farmaci, con particolare attenzione per quelli considerati ad alto rischio, tenendo conto delle risorse economiche disponibili, delle prestazioni erogate e del livello di efficienza a cui mira la propria organizzazione. » (Fonte: comunicato stampa SIFO)

23 ottobre 2015

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