XVIII Rapporto PiT Salute
XVIII Rapporto PiT Salute
Il quadro generale che emerge dalla 18° edizione del Rapporto Pit Salute "Sanità pubblica, accesso privato", presentato il 13 novembre dal Tribunale per i diritti del malato–Cittadinanzattiva evidenzia che...
...continuano ad aumentare, rispetto al 2013, le difficoltà riscontrate dai cittadini per accedere alle prestazioni sanitarie pubbliche: le liste di attesa sono la voce più consistente tra le difficoltà di accesso e riguardano in particolare esami molto diffusi, come ecografie con attese medie di nove mesi, ma anche esami molto importanti e delicati come risonanze magnetiche e TAC, con tempi insostenibili soprattutto per quanto riguarda l'area oncologica dove si registra un aumento di segnalazioni anche per radioterapia, chemioterapia e accesso ai farmaci oncologici (dal 9,4 al 12%).
Su oltre 24mila segnalazioni giunte nel 2014 ai PIT salute nazionale e regionali e alle sedi locali del Tribunale per i diritti del malato, un quarto (25%) riguarda le difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie determinate soprattutto da liste di attesa(58,7%) e ticket(31,4%).
I ticket sono considerati dalle persone come una vera e propria tassa sulla salute, e rappresentano un ostacolo all'accesso alle prestazioni: un peso sempre più insostenibile per i redditi delle famiglie,nonché un paradosso del Servizio Pubblico che respinge i cittadini e li indirizza verso il privato o l'intramoenia, talvolta persino più convenienti per costi o per attese. Anche gli ospedali sono alle prese con evidenti difficoltà: lunghe attese al Pronto Soccorso e attività di ricovero sempre più critica per la riduzione dei servizi e del personale. In affanno anche le Asl (26% nel 2013, 35,3% nel 2014): i problemi che solitamente caratterizzavano l'accesso alle strutture ospedaliere, soprattutto in termini di visite specialistiche ed esami di diagnostica, si riversano anche sugli ambulatori che risentono della mancanza di fondi per il personale e per il rinnovo o l'acquisto delle apparecchiature.
L'assistenza territoriale, che ha visto negli anni un aumento delle risorse ad essa destinate, rappresenta la terza voce maggiormente segnalata, facendo emergere una situazione di complessiva inadeguatezza del servizio. Gli ambiti maggiormente critici, rispetto all'assistenza ricevuta, riguardano i medici di famiglia ed altri servizi molto importanti come quelli per la salute mentale.
Per quanto riguarda la presunta malpractice pesano ancora in modo preponderante in questa area i presunti errori terapeutici e diagnostici con il 64,1% delle segnalazioni; a seguire, con il 17%, le segnalazioni relative alle condizioni delle strutture; alle disattenzioni del personale sanitario (12,7%, +2,3% su 2013), alle infezioni nosocomiali (3,8%) e da sangue infetto (2,7%). Il 59,5% riguarda i presunti errori terapeutici, in particolare nell'area ortopedia, chirurgia generale e oculistica; il 40,5% riguarda invece i presunti errori diagnostici, in particolare nell'area dell'oncologia, ortopedia, ginecologia e ostetricia.
Per approfondire clicca qui
Per l'infografica clicc qui