Palmitoiletanolamide, cibo speciale per scopi medici, nel trattamento del dolore cronico: meta-analisi di dati composti

letteratura scientifica

Palmitoiletanolamide, cibo speciale per scopi medici, nel trattamento del dolore cronico: meta-analisi di dati composti

Dalla letteratura scientifica

Un crescente numero di evidenze scientifiche suggerisce che la neuroinfiammazione, caratterizzata da infiltrazione di cellule immunitarie, attivazione di mastociti e glia, e produzione di mediatori infiammatori nel sistema nervoso centrale e periferico, ha un ruolo importante nello sviluppo e mantenimento del dolore cronico. Quei dati supportano l'idea che nuove opportunità terapeutiche possano essere basate su anti-infiammatori e mediatori "rafforzanti" che agiscano sulle cellule immunitarie, in particolare mastociti e glia, per mitigare o abolire la neuroinfiammazione. Fra i mediatori lipidici anti-infimmatori e rafforzanti, la palmitoiletanolamide (PEA) è capace di ridurre la reattività mastocitaria e controllare le reazioni della glia. L'obiettivo di questo studio era di fare una meta-analisi di dati composti, per valutare l'efficacia e la tollerabilità della PEA micronizzata e ultramicronizzata sul dolore, nei pazienti con dolore cronico e neuropatico.
La meta-analisi è stata fatta per i dati derivanti da studi in doppio cieco, controllati, e aperti.
Sono stati selezionati clinical trials in doppio cieco, controllati e aperti, consultando PubMed, Google Scholar, Database Cochrane e atti di congressi di neuroscienze. Per la ricerca, sono stati usati i termini: dolore cronico, dolore neuropatico, PEA micronizzata e ultramicronizzata. I criteri di selezione includevano la disponibilità dei dati grezzi e la possibilità di paragonare gli stumenti usati per la misurazione e valutazione del dolore. I dati grezzi ottenuti dagli autori dei lavori originali sono stati messi insieme in un unico database con Generalized Linear Mixed Model (GLMM). Le variazioni del dolore nel tempo, misurate con strumenti simili, sono state analizzate con lo studio della regressione lineare post-hoc e la stima di Kaplan-Meier. Nella meta-analisi sono stati inclusi 12 studi, 3 dei quali erano in doppio cieco vs placebo, 2 erano in aperto vs terapie standard e 7 erano in aperto, senza trattamenti di controllo.
I risultati hanno dimostrato che la PEA è responsabile di una progressiva riduzione del dolore superiore a quella dei controlli. Tale riduzione era pari a 1.04 punti ogni 2 settimane, di cui solo l'1% della variazione era giustificabile con la regressione. Le valutazioni di Kaplan-Meier al sessantesimo giorno di trattamento hanno mostrato una riduzione a 3 di NRS nell'81% dei malati trattati con PEA, contro il 40,9% nei pazienti di controllo. Gli effetti della PEA sono risultati indipendenti da età, sesso e tipo di dolore cronico. Nei malati trattati con PEA non è stata registrata alcuna complicanza diversa da quelli non trattati.
Questi risultati confermano che la PEA può rappresentare una nuova potenzialità terapeutica di supporto, nel dolore cronico e neuropatico, in cui si rappresenti una componente neuroinfiammatoria.

Per leggere il lavoro completo: https://goo.gl/24KuCY

Antonella Paladini, MD
20 febbraio 2016

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