#pain #painrelief #opioid

Ho letto con grande interesse l'articolo pubblicato dal Dr. Warraich (@haiderwarraich). Ha completamente ragione nelle sue conclusioni correlate all'etica dei medici e a una maggiore attenzione alle attività di FDA. Tuttavia, alcune precisazioni sono indispensabili.


Per cominciare, il titolo del suo articolo è confondente. Le ragioni dell'esplosione della "crisi degli oppioidi" di oltre un secolo fa negli USA sono molto più complesse di quanto lui faccia intendere. Solo per citarne alcune, l'enorme immigrazione del 19° secolo dalla Cina verso gli USA era stata accompagnata dall'importazione e la diffusione delle fumerie di oppio, già molto diffuse in Cina. Inoltre, la Bayer sempre in quel secolo, aveva introdotto nel mercato la sua "eroina" non come analgesico ma come sciroppo contro la tosse, specialmente per i bambini. Quindi, la prima frase dell'articolo ("Nel 1890, il dolore cronico era rampante in America") è storicamente non giusta. A quel tempo le persone soffrivano e morivano con il dolore, senza alcun supporto medico. La medicina era più interessata alla sopravvivenza che al trattamento del dolore. La cultura medica focalizzata al trattamento del dolore è arrivata 80 anni dopo. Non dovremmo mai dimenticare che questo ha rappresentato un importante passo avanti per la Medicina ma soprattutto per i pazienti. Una maggiore attenzione al dolore dei malati ha migliorato la loro qualità di vita e, in sostanza, ha incrementato l'aspettativa di vita.
L'enorme (illegale) diffusione del fentanyl e di molte altre droghe da Cina, India, Colombia, ecc. verso gli USA e il resto del mondo è illegale per definizione. Come tale andrebbe considerata e trattata. Questo non ha nulla a che vedere con la prescrizione degli oppioidi per scopi terapeutici. Sembra più legata a comportamenti sociali e a "necessità" delle nuove generazioni. Nella mia opinione, ogni lettore può osservare i comportamenti patologici di molti adolescenti che bevono litri di alcol, e distruggono la loro vita. Questo nella maggior parte dei casi è legale, è fatto sotto i nostri occhi e può ucciderli. Vogliamo per questo abolire i produttori di birra, vino e alcolici? Forse potrebbe essere molto più produttivo trovare la via per prevenire che gli adolescenti uccidano il loro cervello abusando di alcol e altre sostanze.
L'articolo non menziona le differenze che esistono fra USA e altri paesi dove le regole per la loro prescrizione e il loro uso sono molto più chiare e stringenti. Che si voglia o no, in Europa le regole sono molto più chiare, almeno finora. A parte altre motivazioni di marketing a business, questa sembra una ragione molto importante nel prevenire la crisi descritta nell'articolo.
Quindi, apprezzo davvero l'articolo del Dr. Warraich e condivido le sue raccomandazioni che suggerirei di implementare anche nelle nostre realtà, traendo vantaggi dagli errori degli altri. Allo stesso tempo, ribadisco il diritto dei malati sofferenti che abbisognano di cure e non devono essere obbligati a vivere con il dolore solo perché la società non è in grado di trovare una soluzione a comportamenti illegali, sia dei medici, che delle istituzioni regolatorie, ma ancor più della società in generale.

Giustino Varrassi


I read with great interest the paper published by Dr. Warraich (@haiderwarraich). He is very right in his conclusions related to ethical education of doctors, and a more strict attention to the FDA activities. Some observations are necessary:

1. The title of his article is misleading. The reasons for the explosion of opioid crisis over 1 century ago are much more complex than what he says. Just to mention few, the enormous immigration from China to USAin the 19th century brought (and diffused) the use of smoking opium, already very common in China. Bayer promoted its "Heroin" not as a drug against pain but as a syrup to reduce or abolish the cough, especially in children. Hence, the first phrase of the article ("In the 1890s, chronic pain was rampant in America") is historically incorrect. At that time people were suffering and dying in pain, without any medical support. Medicine was focused on survival more than on suffering and pain management. The medical culture to care for pain patients arrived much later, some 80 years later. We should never forget that this was an important step forward for the Medicine, but especially for the patients. More careful attention to pain is increasing the quality of life, and ultimately the life expectancy.

2. The huge (illegal) diffusion of fentanyl and many other drugs from China, India, Colombia etc. to USA and the rest of the world is illegal by definition. As such it should be considered and treated. This has nothing to do with opioid prescription for medical purposes. It seems more linked to social behaviours and the "necessities" of the young generations. In my opinion, any readers may observe the pathological behaviour of many teenagers drinking litres of alcool, and destroying themselves. This is in most of the cases legal, it is made under our eyes, and can kill. Are we going to abolish beer, wine and spirits producers because of that. Maybe it would be much more productive to find the ways to prevent that the teenagers kill their brain abusing of alcool, and other substances.

3. The article does not mention the differences existing between USA and other countries, where the prescription of opioids and the rules established for the control of their use are a bit different. Believed or not, in Europe the rules are much clearer and strict, at least till now. Between other reasons related to marketing and business, this seems a very important point in preventing the crisis described in the article.

So, again I appreciated very much the article of Dr. Warraich and would strongly recommend to implement what he suggests. At the same time, I would defend the rights of the suffering people that need cares, and should not be obliged to live in pain because the society is not able to find solutions to illegal behaviours, both of medicine, regulatory institutions, but especially of the society in general.


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