Liberalizzazione farmaci di fascia C
Liberalizzazione farmaci di fascia C
Il provvedimento sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C è stato stralciato dal testo del DDL Concorrenza approvato venerdì 20 febbraio dal Consiglio dei Ministri. La vendita dei cosiddetti farmaci "non salvavita" non sarà quindi permessa in supermercati, ipermercati e parafarmacie. L'idea di vendere i farmaci in fascia C anche nei supermercati non è nuova: è stata sperimentata negli USA da moltissimi anni. Questo ha generato una serie enorme di problemi che vanno da un abuso di molte sostanze, soprattutto analgesici, a un consistente incremento di danni causati dagli effetti collaterali di farmaci presi senza un controllo medico e neanche di un attento farmacista. Il risultato finale è stato disastroso.
La quantità di "farmaci da banco" (OTC) disponibile è già ragguardevole. Essi, tuttavia, sono sotto lo stretto controllo del farmacista il quale ha l'obbligo non solo di chiarire al paziente pro e contra della assunzione di un certo farmaco ma può anche guidarlo verso una scelta più saggia del prodotto che magari è più utile e meno dannoso. Questo certamente non potrà mai avvenire nel supermercato o nella drogheria all'angolo. Quindi, soprattutto chi da sempre è interessato alla lotta al dolore si augura che questa idea muoia così come è nata, come un fungo alle prime piogge d'autunno, sottoposto il giorno dopo la nascita al caldo ancora cocente di fine estate. Lasciamo che i farmaci vengano distribuiti da personale che ha competenze sanitarie precise e che la frutta venga distribuita dal fruttivendolo. Evitiamo che il Farmacista distribuisca il prosciutto ed il Droghiere l'aspirina. Nessuno dei due professionisti farebbe il bene della società.
Giustino Varrassi